LA SPOSA PETER LANGNER. Il sogno ad occhi aperti.
Non lasciatevi trarre in inganno: il nome è straniero ma il marchio è italiano, italianissimo; un altro splendido esempio di “Made in Italy” di cui compiacersi.
Un brand di quelli che fanno parte a pieno titolo del nostro patrimonio nazionale, da tutelare con orgoglio e con fierezza, da condividere con la consapevolezza che l’Italia è la patria dei talenti. E non è una questione di gusti; il bello è bello, punto.
Vi sto parlando dell’Atelier Alta Moda Sposa PETER LANGNER, sinonimo di classe, di straordinario pregio e qualità sartoriali, di ricerca e innovazione stilistica, di esperienza e capacità di cui la moda, non solo nostra, ha costantemente bisogno.
Una Maison che ha vestito centinaia di donne e spose in tutto il mondo fra cui le più celebri fra le celebrità; uno stilista che ha incontrato principesse, regine, attrici, modelle, cantanti, artiste e donne famose impegnate in carriere imprenditoriali o politiche; un uomo che ha lavorato e lavora con il cinema americano e che può vantare la presenza di un abito della sua collezione nel Museo del Cinema di Los Angeles.
Ma, nel suo Atelier, ogni donna è una Principessa, ogni sposa è una Regina; perché Peter è un uomo che vive con la valigia in una mano e con ago e filo nell’altra e che, nonostante la portata del suo successo, ha la più straordinaria delle qualità: l’umiltà.
S: Che tipo di sposa veste Peter Langner?
P: Vestiamo spose giovani e moderne ma allo stesso tempo amanti di un gusto legato alla tradizione; spose che desiderano esibire l’eleganza del passato ma che contemporaneamente vogliono imprimere un look grintoso, raffinato e particolare. Insomma: moderno ma con il fascino dei dettagli classici.
S: Da quale ispirazione nasce questa tua ultima collezione?
P: Tutto è iniziato a New York ad Ottobre 2015 quando, in occasione delle celebrazioni per il Centenario della nascita di Alberto Burri, ho avuto modo di visitare la mostra a lui dedicata presso il Solomon Guggenheim Museum. Questo geniale artista ed io abbiamo in comune la ricerca; ricerca che ha come unico fine l’indagine sulle qualità espressive della materia. Dal modellare la superficie alla sperimentazione che coinvolge nuovi materiali.
S: Quali le novità e i punti caratterizzanti: colori, tessuti e lavorazioni?
P: Abbiamo ottenuto diverse sfumature dal bianco all’avorio giocando sui diversi livelli dei tessuti de-strutturandoli, sovrapponendoli tra loro, per esempio. Essendo amante del Made in Italy ed essendo l’artigianalità uno dei nostri punti forti, ho utilizzato i migliori tessuti sul mercato scelti e selezionati direttamente da me e dal mio team in modo accurato e scrupoloso. Chiffon e crepe cady di seta per i modelli più eterei, organze di seta leggere per gli abiti più classici resi unici da dettagli in pizzo o da preziosi ricami; jacquard e organze 3D per look dedicati a quelle spose che amano osare; magnolia e mikado di seta per quelli architettonici tipici della Maison. Ho
utilizzato tanto anche il tulle. Volevamo raggiungere uno scopo solo; la leggerezza. Nonostante siano capi costruiti, con tessuti forse otticamente pesanti siamo riusciti a renderli leggeri come nuvole con un sofisticato effetto tridimensionale.
S: Qual è il tuo concetto di eleganza trasferito su di una sposa?
P: Trovo che l’eleganza sia innata. Audaci ma raffinate il giusto mix. Propongo sempre la giusta combinazione fatta di scollature e drappeggi morbidi, giochi di inserti preziosi e ricami minuziosi che adornano spalle e collo; il giusto compromesso tra scollature profonde e dettagli più casti insomma.
S: C’è un abito in particolare fra le tue collezioni al quale sei per qualche motivo più legato?
P: Non ne ho uno preferito in assoluto. Mi piace quando un abito è femminile. Non voglio coprire una donna di tessuti. Così facendo della donna stessa si noterebbe ben poco. Un giusto equilibrio. Spesso nel campo sposa si cade in un travestimento, in un look quasi teatrale! Questo non deve succedere mai a una donna, e mai e poi mai a una sposa.
S: Cosa piace e non piace a Peter nella vita di tutti i giorni?
P: Colpo di scena: mi piace… fare le marmellate! A parte questo amo molto alzarmi presto, guardare le mail rispondendo ai miei preziosi clienti per offrire il servizio migliore davanti ad una tazza di caffè. Uscire presto al mattino con il mio inseparabile cane Zahir e godermi quegli attimi di pace che solo di mattina presto appunto Milano offre. Arrivare in laboratorio e mettermi all’opera. Insomma, la mia routine. Cosa invece non mi piace? Cerco di trovare anche solo un pizzico di positività anche nelle cose che odio di più, e dunque cerco di farmi piacere tutto.
S: Peter Langner veste non solo le spose di tutto il mondo ma anche molte celebrity; sono curiosa: qualche aneddoto a riguardo?
P: Non si può anticipare nulla al momento; sorpresa! Non posso che ricordare l’abito fatto a Kayte Walsh Grammer, Gemma Arterton, Holly Robinson, e molte altre. Incredibili esperienze.
S: “Grey’s Anatomy” e Peter Langner: mi racconti di questa esperienza?
P: E’ stato fantastico, non solo ovviamente per la risonanza mediatica. Vedere un proprio capolavoro in televisione, indossato da una delle protagoniste più amate dal pubblico di una delle più amate serie televisive, è sicuramente una grande soddisfazione non solo per me ma sicuramente per l’intero team. Oggi avere un abito nel Museo del Cinema a Los Angeles mi riempie di orgoglio.